Sabato, 18 Maggio 2024 11:23

Al Sant’Artemio apre la mostra sul Vajont con gli scatti inediti del FAST della Provincia

“Calamita/à”, vincitrice del bando del Ministero della Cultura, è visitabile fino al 28 giugno negli orari di apertura della Provincia: lunedì e mercoledì dalle 8.30 alle 17.30; martedì, giovedì e venerdiì dalle 8.30 alle 13.30

La Provincia di Treviso apre da oggi, sabato 18 maggio, fino al 28 giugno, la mostra fotografica “Calamita/à” nel Foyer del Sant’Artemio (Edificio 3): un percorso per immagini che, attraverso gli scatti di sei autori italiani, internazionali e immagini storiche inedite custodite dal FAST - Archivio Fotografico Trevigiano dell’Ente, affronta in un racconto visivo il tragico evento del Vajont. Proprio l’anno scorso, il progetto “Calamita/à” era stato candidato dalla Provincia al bando “Strategia Fotografia 2023”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, risultando tra i vincitori: grazie ai 63.000 euro ottenuti, la mostra, aperta per la prima volta assoluta al Sant’Artemio oggi, si sposterà successivamente anche all’M9, Museo del '900 di Mestre, e allo Spazio Labo’ di Bologna. I contenuti, inoltre, saranno oggetto di lectures e incontri che verranno calendarizzati prossimamente, per essere infine raccolti in un libro che verrà pubblicato da Fw:Books (Amsterdam).

Le origini del progetto “Calamita/à: indagini e ricerche sui territori del Vajont” e la vincita del bando Strategia Fotografia del MIC.

Calamita/à è un progetto artistico di ricerca multidisciplinare nato nel 2013, a cura di Gianpaolo Arena e Marina Caneve, che prende origine dal drammatico evento del Vajont con l’obiettivo di approfondire il tema della catastrofe, attraverso l’esplorazione di aspetti quali la trasformazione del paesaggio, lo sfruttamento delle risorse energetiche, la relazione tra uomo, natura e potere, l’emarginazione sociale delle minoranze e l’identità̀ individuale e collettiva.
Dal 2013 a oggi, l’iniziativa ha coinvolto più di cinquanta artisti e ricercatori da tutto il mondo.

Nel 2023, 60esimo anniversario dalla tragedia del Vajont, la Provincia di Treviso e il suo FAST - Foto Archivio Storico Trevigiano, hanno supportato il progetto integrando la ricerca con le immagini storiche inedite di quel tragico 9 ottobre 1963 e candidandolo al bando “Strategia Fotografia” del Ministero della Cultura. Calamita/à è così risultato tra i vincitori selezionati dal MIC.

L’esposizione allestita al Sant’Artemio è il frutto del lavoro congiunto con i fotografi: Gianpaolo Arena (it, 1975), Marina Caneve (it, 1988), Céline Clanet (fr, 1977), François Deladerriere (fr, 1972), Petra Stavast (nl, 1977), Jan Stradtmann (de, 1976). Partner di progetto sono: Fw:Books (Amsterdam), M9 Museo del '900 (Mestre); Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” (Torino), Spazio Labo’ (Bologna), mu.ri (Treviso); Impact Spin off dell'Università degli studi di Padova (Dipartimento Beni Culturali).

Il FAST della Provincia di Treviso. Il Foto Archivio Storico Trevigiano è stato istituito nel 1989, con l'acquisizione del fondo Giuseppe Fini, per poi essere ampliato, nel corso del tempo, grazie a numerose donazioni di rilevanza storica. Custodisce oggi oltre 600.000 immagini, tra cui anche preziosi materiali relativi al Vajont finora mai esposti ed entrati a far parte del progetto multidisciplinare “Calamita/à”. Il FAST ha sede al Sant’Artemio, all’edificio 5, dove si trovano gli uffici, i materiali fotografici e relative attrezzature tecniche, in appositi locali climatizzati. Gli scatti, restaurati e custoditi dall’Archivio della Provincia, riguardano prevalentemente il territorio veneto, la sua evoluzione urbanistica ed economica, i grandi eventi storici, le trasformazioni nei costumi sociali.

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E’ consentito l’accesso al Parco del complesso di Sant’Artemio e al Parco della Storga nei giorni feriali dalle ore 7.00 alle ore 19.00 e nei giorni di sabato, domenica e festivi dalle ore 8.00 alle ore 18.00.

In ottemperanza alle norme in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019 l’accesso del pubblico al Parco è condizionato al rigoroso rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro e del divieto di ogni forma di assembramento di persone; è richiesto l’utilizzo di mascherine o ogni altro idoneo dispositivo per la copertura di naso e bocca, nonché di guanti o gel o altra soluzione igienizzante.

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